Curiosità e senso di adattamento: il bello di accettare le sfide nella realtà dinamica di un’azienda multinazionale

Gianmarco Sindoni, Manager Key Account and Direct Retail Operations in Philip Morris Italia, racconta l'importanza di accettare le sfide e il cambiamento per la propria crescita personale
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Essere curiosi, sperimentare, guardarsi attorno, questo è quello che mi rende più orgoglioso di far parte di questa azienda che ha da una parte l’impostazione multinazionale che ti permette di vedere il mondo, dall’altra invece quello di farti sentire sempre a casa, quasi fosse una famiglia. 
Gianmarco Sindoni, Manager Key Account and Direct Retail Operations in Philip Morris Italia

Lavoro in Philip Morris Italia dal 2016, ma la mia storia lavorativa inizia qualche anno prima, e prosegue in modo del tutto inaspettato.

Sono nato a New York per via del lavoro di mio padre, all’epoca la mia famiglia era lì, ed è lì che e ho vissuto fino ai miei  otto anni , quando siamo rientrati in Italia ad Avellino. Dopo la scuola, mi sono iscritto all’università a Roma, dove mi sono laureato in giurisprudenza in quattro anni e un semestre per poi spostarmi a Bruxelles, dove ho fatto uno stage come rappresentante della Regione Campania.

La formazione, per me, ha sempre avuto un’importanza fondamentale. Ho continuato a studiare sempre, iscrivendomi a un master in Innovation and Finance Technology che mi ha dato molto, permettendomi di entrare nella prima azienda in cui ho lavorato con un contratto a tempo indeterminato; quando però ho visto l’annuncio di Philip Morris per un programma di stage, ho deciso di candidarmi comunque, nonostante non avessi la certezza del contratto, e alla fine sono stato assunto nel dipartimento di People & Culture nel 2016.

Da lì è cominciata la mia avventura in Philip Morris: un’avventura nel senso letterale del termine, ho ricoperto ruoli molto diversi negli anni, passando da business intelligence a Brand Retail, fino ad arrivare al mio ruolo attuale, che è quello di Manager Key Account and Direct Retail Operations.

Questo mi ha permesso di spaziare, di vedere da vicino tante funzioni diverse e anche di interessarmi a ruoli, competenze e attività a cui non avrei mai pensato di potermi avvicinare.

La multiculturalità e il desiderio costante di dinamicità: come si traducono nell'attitudine lavorativa

Quali sono gli aspetti che mi caratterizzano di più? Credo si possano riassumere in tre: essere uno yes-man, ma con un’accezione positiva, nel senso di rispondere sempre sì alle opportunità che mi vengono proposte; accettare il flusso delle cose. I  miei amici americani direbbero “go with the flow”, per intendere la necessità di adattarsi al cambiamento e a quello che ci succede attorno. Io cerco di farlo per  me senza pormi alcun limite. Il terzo aspetto a cui tengo è la curiosità, di cui non riesco assolutamente a fare a meno, ho sempre bisogno di sfide e di dinamicità per sentirmi vivo.

Il fatto di essere nato e cresciuto a New York nei miei primi anni di vita mi ha permesso di sviluppare una personalità molto aperta verso tutto quello che è diverso e nuovo. Crescere a contatto con tantissime culture diverse fra loro ti porta ad essere sempre più curioso verso tutto ciò che non conosci, e la conoscenza non basta mai.

L’episodio che ha segnato di più la mia crescita è stato il trasferimento a Roma a 18 anni per iniziare l’università, adesso sono 15 anni che sono qui. Una frase che dico sempre è “sono nato a New York e vivo a Roma” che è un po’ una metafora dei due punti cardine della mia vita.

Per me le radici sono fondamentali e l’Italia mi ha dato questo, allo stesso tempo credo si debba guardare sempre avanti ed essere aperti verso gli altri, cosa che ho imparato a New York. Penso sia sempre utile ribadire quanto non ci si debba limitare a una cosa sola, si può essere tutto. Questo è molto importante anche per il mio lavoro.

La maggior parte delle scelte che ho fatto nella vita si rispecchiano in questo: ho fatto un percorso di studi completamente diverso da quello che sono diventato professionalmente, sul lavoro non mi sono specializzato in una cosa sola ma ho imparato tantissimo da ruoli e persone molto diverse.

Essere curiosi, sperimentare, guardarsi attorno, questo è quello che mi rende più orgoglioso di far parte di questa azienda che ha da una parte l’impostazione multinazionale che ti permette di vedere il mondo, dall’altra invece quello di farti sentire sempre a casa. Un po’ la mia Roma e la mia New York.